"Civitas Dei o Civitas Diaboli?"



Cosi Origene divideva gli uomini nelle sue parole.

Oggi lo sguardo di Nativi Musicali sceglie la Civitas Diaboli.
Con tocco profano, ci veliamo di nero, per una melodia di agghiacciante, rara bellezza.

Qual'è il senso?, se mai esiste in questo nostro creato.


Le nostre umane paure inseguono perennemente le distrazioni del tempo, le dipendenze subumane dell'effimero; per rimandare l'imperativo della fine che in ogni caso, annienterà tutto ciò per la quale spendiamo interi anni, interi mosaici della nostra emotività...una bugia perpetuata da sempre, che prima o poi, cade nel nulla del disfacimento.

I "Prison of  Mirrors" conoscono bene questa verità, incidendola dentro un pianto inconsolabile, una furia che rinnega le menzogne del quieto vivere. " Nothing I " è la verità blasfema che portiamo dentro noi tutti. Ovvero quella dell'essere non benedetti dal cielo:

Ma prigionieri del nostro corpo, della nostra epoca e delle nostre illusioni. Le chitarre di "Nothing" ripercorrono il movimento della luna e del sole, colpiscono e ringhiano come i lupi della mitologia nordica, che si inseguono da tutto l'eterno, al solo scopo di potersi divorare.

Con questa energia arcaica, la melodia nella sua tristezza reale, entra sin dentro l'animo di chi ascolta, permettendo cosi ai diavoli del nostro essere, di poter danzare sulle passioni della nostra condanna.

La batteria percuote con intensa, devota, passione; quasi fosse il rituale di un autoflagellante.
Il ritmo è quello di un cuore che si incide a sangue l'innegabile riflesso che lo specchio dell'essere vivi, vivi e senza controllo, ci viene imposto costantemente.

Il "Qui ed Ora" dunque non diviene Memento di abbondanza, bensì un peso. Sulle spalle di coloro i quali...si sono elevati sopra le effimere invenzioni dell'essere umano.

Questo il pianto, il pianto dei Prison of  Mirror.
Che è il rombo inconsolabile di tutta l'umanità

Che ci appartiene, che ci distingue.

E che ci unifica tutti nella presunzione

dell'essere vivi.

Nell'unica verità che poi è ciò che siamo....

Prigionieri.


Con Profana umiltà

Buon ascolto.






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