05:22
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Unknown
"Una volta"
Con quale frequenza, i nostri discorsi,
sono iniziati proprio cosi?. Ci imponiamo una nostalgia snob addosso,
tramandandola alle nuove generazioni. Perchè presuntuosamente ci
vantiamo di tempi d'oro, che sono nostri e solo nostri, dove tutto
era migliore, splendente e che ormai è evaporato nel grigio del "una
volta".
E mò basta.
Insegniamo e viviamo il nostro
presente, per ciò che di buono ha da proporci, senza stupidi
paragoni. Perchè è necessario, (anche se è duro da accettare)
voler bene alla propria epoca.
"Una volta, Catania era la Detroit
del sud". C'era la musica, c'era il Mc Intosh per alcuni, C'era Piazza Roma per altri. (magari per chi vestiva di nero)."
"Una volta Piazza Teatro Massimo
era diversa, il target di età era differente, c'era meno gentaglia
ecc."
La profana umiltà di chi scrive vuole
invece andare contro, contro questa croce grammaticale e cacofonica
del "Una volta". Poichè Catania, città che ho imparato
non senza scontri, ad amare, oggi è forse più viva che mai.
Reduce dallo Zanne Festival, svoltosi
al "Parco Gioeni"; dove l'intera città si stagliava
all'orizzonte come uno sguardo di complicità ricambiato. Non posso
che pensare di essere fortunato di essere nato quaggiù. In questa
città che non dorme mai, dove ragazzi dalla grande passione per
l'arte, per la musica, e per la natura, hanno dato vita a questo
festival che ai miei occhi è stato UN SUCCESSO PIENO DI EMOZIONI.
La spensieratezza e il senso di
benessere che ho potuto percepire tra le fronde del parco è
sicuramente il ricordo che per primo sovviene. Nonostante il tempo
trascorso da solo (in attesa di compari, amici/che) non ho mai
percepito solitudine.
La musica era là, si raccontava nel
più piccolo dettaglio e nella gentilezza di persone che non hanno
mai messo distanza tra me (spettatore) e loro (organizzatori) .
Eravamo là per condividere, per condividerci.
Parliamo poi di un Festival che ha
riunito sullo stesso palco, nomi INTERNAZIONALI, di fuoriclasse,
molti dei quali per la prima volta in Italia, o addirittura in
Europa.
Artisti incredibili che hanno saputo
proiettare dal sogno più rarefatto, al pogo più sfrenato.
Ed è questa l'unica riflessione a mò
di critica che voglio rivolgere ai lettori : non siamo forse tutti
differenti, ma riuniti sotto un palcoscenico per una passione comune?
Perchè ritrovarsi a discutere se un brano suscita in Tizio, le
lacrime, ed in Caio la risata?.
Dobbiamo essere vivi, dobbiamo essere
MERAVIGLIOSAMENTE DIVERSI, ed in modo rispettoso, quando è possibile
: Uniti.
Perchè Catania è questo, è la
finzione dell'essere tutti separati, tutti nemici, quando invece nel
nostro intimo sappiamo di essere un unico grande coagulo di energia
irripetibile.
E ribadisco di sentirmi fortunato
perchè ho avuto modo di conoscere i molti visi della mia città, da
quelli più estremi, a quelli più umili. Il fatto di aver avuto
delle occasioni che molti non hanno avuto il LUSSO di permettersi,
non mi rende migliore.
I sostenitori del "Una volta"
dovrebbero concentrarsi sul qui, ed ora. Su questo presente pieno di
arte e di comprensione . Poichè come molti sanno, i tempi duri di
Catania; quando bisognava fare veramente attenzione ad essere , non
si trovano nel nostro presente:
Ma sui volti delle generazioni che ci
hanno preceduto e che portano ancora i segni nei dettagli delle loro
spossatezze.
Ed è a loro, ai dettagli, allo Zanne,
e alle persone che in tutta Catania si impegnano per portare avanti
la cultura, l'arte, la musica, il rispetto, e il buon senso. (ed
anche la giusta dose di follia)
A loro dedico i dettagli che porterò
per sempre dentro.
Che sono : il momento in cui il
batterista dei Toy ha gettato via la cassa che si era sganciata ed ha
continuato a suonare, la danza e la voce della cantante dei Blonde
Redhead. La voce ed il beat che fuoriuscivano dal diaframma dei Dirty
Beaches, i sonagli sullo stivaletto di Lisa dei Dark Horses.
La fessura sulla mascherina del
tastierista/cantante dei Clinic dalla quale far uscire quella matta
voce, il cielo che praticamente è venuto giù tra le note dei Black
Rebel Motocycle Club...dio mio che pogo da paura.
L'emozione percepita nella voce dei
vincitori del concorso Nuove Zanne, il chitarrista degli Skip Skip
Ben Ben che faceva le foto al pubblico tra una canzone e l'altra.
E l'eleganza dei Calexico capace di
tingere tutto di ritmo latino, per poi passare con magistrale bravura
alle cover dei Joy division.
Per questi dettagli
per la mia bella Catania, qui, ed oggi
Con umile profanità
Grazie Zanne.
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